domenica 9 aprile 2023

41 - I sette ori della Basilicata e le prossime elezioni regionali del 2024

Qualche tempo fa guardavo il Tg Europa su Rai 3 e un servizio sulle fragole del metapontino, prodotto di eccellenza definito "l'oro rosso", mi ha richiamato alla mente un'immagine su un vecchio libro di storia delle scuole medie; l'immagine riguardava una scritta su un muro di una città del Perù la quale recitava:

Porque estamos pobres si en el Perù hai tanta riqueza?


L'associazione di idee mi ha condotto a considerare gli ori ovvero le risorse della Basilicata a fronte della povertà diffusa.

1. Oro rosso, non solo le fragole e l'agricoltura di qualità, ma anche il vino Aglianico, altro prodotto di eccellenza conosciuto nel mondo.

2. Oro blu, l'acqua, intesa sia come abbondante risorsa idrica per le persone e l'agricoltura, sia anche come splendido mare nell'affaccio di Maratea sul Tirreno.

3. Oro verde, i boschi, diffusi su gran parte del territorio, che consentirebbero a molti dei 131 centri urbani di dotarsi di gruppi di cogenerazione, utilizzando soltanto la biomassa di accrescimento, tenendo pulito il sottobosco ed evitando gli incendi estivi.

4. Oro nero, il petrolio con royalties annue consistenti e il problema della futura bonifica dei pozzi e magari il loro riutilizzo come fonte geotermica.

5. Oro arancio, il Sole, utilizzabile proficuamente con Comunità Energetiche diffuse

6. Oro arcobaleno, il turismo, per assonanza con la multi-razzialità che potrebbe fare visita alla nostra regione: turismo di qualità, culturale e destagionalizzato (Matera, biblioteche come quella di Lagonegro che possiede un'edizione integrale del Corpus iuris civilis di Giutiniano, unica in Italia) dolomiti lucane, ciclovia della Magna Graecia, parco fluviale diffuso dallo Ionio al Tirreno, seguendo il moto diurno apparente del Sole

7. Oro trasparente, il vento sui crinali dell'Appennino Lucano (basta consultare l'Atlante eolico nazionale)

Tutte queste risorse sembrano non bastare per una popolazione di appena 536.000 abitanti, pari a quella di una città di media grandezza, con un reddito annuo pro capite di appena 21.000€, intorno al quindicesimo posto della graduatoria nazionale.

Aggiungiamo la carenza dei servizi essenziali nei settori della sanità, dell'istruzione e delle infrastrutture, per cui è logico chiedersi, parafrasando la domanda iniziale:

Perché siamo così poveri se in Basilicata c'è tanta ricchezza?

La risposta non è scontata e va cercata ponendosi almeno altri due quesiti:

1) la classe politico-amministrativa è stata all'altezza o ha seguito logiche di potere che si è autoalimentato attraverso il clientelismo e ha depredato sistematicamente la Regione?

2) l'autonomia differenziata partorita del grande politico Calderoli porrà rimedio alle situazioni di disagio o creerà ulteriori danni?

Come usa dire l'ineffabile Crozza-Zaia, doge eccellentissimo della serenissima Repubblica Veneta, 

"Ragioniamoci sopra".

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