giovedì 24 settembre 2020

34 - Il taglio delle indennità parlamentari

L'esito del referendum confermativo del 20-21 Settembre 2020 non lascia dubbi: gli Italiani hanno detto SI', nel 70% circa dei votanti, al primo passo per la riduzione dei privilegi della casta politica.

A conti fatti, come si può leggere nel redazionale del Corriere.it, si tratta di circa 100 milioni annui di risparmio per le casse delle Stato, quindi per le tasche dei contribuenti.

Sono dovuti passare 13 anni dalla pubblicazione del libro La Casta di Stella&Rizzo per avere un primo importante riscontro-reazione a quanto lì denunciato e documentato.

In una recente intervista post-referendum, Di Maio ha affermato che il prossimo passo sarà quello di ridurre le indennità dei parlamentari, dalla prossima legislatura 600 in tutto (contro i 945 attuali). Se il suddetto taglio fosse anche solo del 50% (con 6.000€ mensili crediamo che un servitore, per sua scelta, dei cittadini italiani possa vivere più che dignitosamente...), si risparmierebbero altri 100 milioni annui, che sommati ai primi risparmiati con il referendum confermativo farebbero in tutto 200 milioni annui; quindi 1 miliardo di euro risparmiati per ogni legislatura, della durata di 5 anni prevista dalla Costituzione.

Nel prossimo post parleremo dei cosiddetti "premi di produttività" nell'ambito della Pubblica Amministrazione e lo faremo con un riferimento territoriale preciso, prendendo cioè in esame la regione Basilicata, dove sono nato e risiedo, confrontandola eventualmente con altre regioni più o meno virtuose, rispettando il criterio di base di un'indagine conoscitiva che si articola nelle ordinarie fasi di Elenco, Classificazione, Quantificazione, Comparazione.

La Basilicata presenta delle significative peculiarità: regione del Sud, ha notevoli risorse naturali (corsi d'acqua, boschi, petrolio, attrazioni turistico-culturali etc.) se le si rapporta alla popolazione residente, meno di 600.000 abitanti, quanto una città di media-piccola dimensione. 

Eppure accusa importanti criticità nel settore dei servizi, delle infrastrutture e nel reddito medio pro-capite, oltre che nelle prospettive di lavoro, soprattutto per i giovani: cercheremo di capire il perché.

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Avviso

Considerato il buon gradimento degli argomenti finora trattati, Diritto&Dintorni diventerà un libro, che raccoglierà in modo ordinato e con le opportune integrazioni quanto finora pubblicato; dovrebbe essere pronto per fine anno e disponibile a un costo contenuto, dell'ordine di 5€ a copia in formato e-book, con l'aggiunta delle spese di stampa e spedizione per chi preferirà la copia cartacea (credo 10€ in tutto).   

martedì 15 settembre 2020

33 - Come Don Paolo, solo più sfortunato

Queste note costituiscono una sorta di edizione straordinaria, dettata da un gravissimo episodio che mi ha profondamente colpito e che si collega ad un altro fatto, fortunatamente meno grave, accaduto all'ex parroco del mio paese, alcuni mesi fa.

Questa mattina, intorno alle 7:00 a Como, è stato ucciso a coltellate "don Roberto Malgesini, 51 anni, valtellinese di Cosio, «prete degli ultimi» per incarico pastorale e vocazione personale".

Ad ucciderlo è stato un senzatetto tunisino, forse con problemi psichici, che il povero parroco aveva sempre aiutato in passato.

Questo fatto mi ha riportato alla mente un episodio analogo, accaduto mesi fa nel mio paese, fortunatamente senza vittime: mi venne detto da più fonti, che Don Paolo venne inseguito nella chiesa madre da un soggetto, forse con problemi psichici, il quale, armato di coltello, aveva sferrato contro il prete diversi fendenti, fortunatamente senza colpirlo.

L'episodio, di per sé molto grave, lo è divenuto ancora di più a causa del comportamento di quanti erano "vicini" al parroco e dei rappresentanti locali delle Forze dell'Ordine.

Di molti dei primi mi ero già fatto un'idea frequentando i Lunedì sera il corso sulla storia della Chiesa, che Don Paolo teneva in modo competente e intelligente: quando a causa della presenza di una molestatrice, la quale anziché sgranare rosari era evidentemente interessata ad attività non proprio religiose, decisi di abbandonare la parrocchia, comunicai a Don Paolo la mia decisione, aggiungendo: "Don Paolo, tu parli spesso del Maligno. Io che non ho la tua fede non so se esista, ma esistono certamente i maligni, molto pericolosi, e credo che tu ne abbia parecchi intorno".

Purtroppo, fui buon profeta, perché nessuno, che io sappia, dei suoi adepti, da me ribattezzati come il Consiglio dei Pastorelli, ha agito per tutelare Don Paolo dopo l'attentato.

Peggio ancora hanno fatto le locali forze dell'Ordine, guidate (si fa per dire) da un soggetto che non riesco a capire come possa essere stato arruolato e possa percepire lo stipendio per un'attività praticamente inesistente, fatta eccezione per intralci ad azioni della magistratura, che pure tendono a punire amministratori del recente passato colpevoli di malversazione e di ingenti danni all'erario.

Il soggetto in questione, con i suoi degni seguaci, sembra che abbia quale principale abilità quella di sparare al poligono alle sagome di cartone, le quali però non rispondono al fuoco nemico; per il resto, è completamente inefficace nel reprimere reati lievi o gravi (il caso di Don Paolo, ad esempio) che pure capitano in una piccola comunità.

E' assistito da un altro "soggettone", suo sottoposto, che in passato, ad una mia denuncia telefonica (auto parcheggiata in divieto di sosta che non mi consentiva di portare a casa delle fascine), cercò di evitare il suo doveroso intervento, rispondendo: "Faccio finta di non aver sentito". Al che gli precisai, in modo piuttosto duro: "Fai conto invece di aver sentito e vieni sul posto, o vengo io da te".

Oltre alla triste vicenda del tentato accoltellamento, Don Paolo ha dovuto pure subire l'inazione e la negligenza dei due "solerti" tutori dell'ordine, da me ribattezzati "i due parà": un paramilitare e un paraculo.

Unica soluzione, tentare di rifilarli all'India in cambio dei due marò: ma gli Indiani non sono fessi!

martedì 8 settembre 2020

32 - Il mistero delle auto blu

Nel precedente post abbiamo visto che la riforma costituzionale, che prevede la riduzione del numero dei parlamentare di ben 345 unità, porterebbe ad un risparmio annuo di circa 82 milioni di euro.
In media dunque, ogni parlamentare costa all'anno ai cittadini italiani:
82.000.000 € / 345 parlamentari = 238.000 €/parlamentare
A questo costo di circa 20.000 € mensili per ciascun parlamentare occorre aggiungere quello delle auto blu, benefit di cui godono molti miracolati, non solo parlamentari (nel libro La Casta di Stella&Rizzo, più volte citato, si stimava un costo medio annuo di 70.000 € per ogni auto blu, stipendio dell'autista incluso).
Quante sono veramente le auto blu che gli Italiani inconsapevolmente pagano?


Il censimento del 2019 sulla dotazione di auto blu presso le amministrazioni dello Stato, predisposto dal Ministero per la pubblica amministrazione, ha accertato la presenza di 33.527 auto, in base ai dati forniti da 8.366 enti, su un totale di 10.164 (quindi, con una percentuale di risposta dell'88%); sulle responsabilità della mancata risposta di alcuni enti scriveremo alla fine del presente post.

Da questi dati certi, possiamo facilmente estrapolare un valore stimato (X) del numero totale di auto blu, mediante la semplice proporzione:
X / 100% = 33.527 / 88%
dalla quale si ricava
X = 33.527 / 88% = 38.099 auto blu

Quanto vengono a costare annualmente agli Italiani queste auto, comprensive di autisti, per i quali si stimano circa 60.000 unità?
In questo caso i dati sono discordanti:
  • Stella&Rizzo nel loro libro-inchiesta La casta del 2007 riportavano la cifra annuale di 70.000€/auto, inclusi gli stipendi degli autisti.
  • nel 2010, Brunetta parlò addirittura di un costo medio dell'ordine di circa 100.000€ per ogni auto.
Adottando un criterio di prudenziale bontà verso la casta dirigente, consideriamo una spesa media annua pari a 50.000€ per ogni auto.
Dal semplice prodotto dei dati sopra riportati otteniamo la stima della spesa complessiva annua per le auto blu:
38.099 auto x 50.000 €/auto = 1.904.950.000 €
ossia circa 1,9 miliardi di euro.
Quindi, attualmente in Italia vi è 1 autista di auto blu ogni 1.000 abitanti
60.000 autisti / 60.000.000 abitanti = 1 autista / 1.000 abitanti
e su ogni cittadino italiano grava una spesa annua di circa
1.904.950.000 € / 60.000.000 abitanti = 32 €/abitante
Circa 32 caffè all'anno, se adottiamo l'originale e significativa unità di misura proposta da Emma Bonino e dal partito del NO per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari (significativa perché la casta dirigente costringe gli Italiani a ingurgitare parecchi caffè senza zucchero).

Se le auto blu fossero assegnate esclusivamente per il servizio delle più alte cariche dello Stato e in numero di una sola per ogni ente, come accade nei paesi nord europei, credo che sia verosimile ipotizzare una riduzione di costi di almeno il 50%; ossia, tradotto in moneta corrente, di circa 1 miliardo di euro all'anno.
Cifra pari a circa 12 volte quella che deriverà dall'auspicato taglio dei parlamentari, possibile con il prossimo referendum confermativo del 20-21 Settembre 2020.
Risparmio importante, tanto più che, per motivi di servizio, le Forze dell'Ordine hanno lamentato più volte le deficienze nelle forniture di carburante e materiale di cancelleria (basta entrare in qualsiasi Commissariato di Polizia o Caserma dei Carabinieri per rendersi conto delle dotazioni in uso alle Forze dell'Ordine).

Veniamo ora al fatto che circa il 12% degli Enti non ha comunicato, come richiesto dal Ministero per la pubblica amministrazione, la dotazione di auto blu e di autisti al servizio delle stesse: credo che vi siano gli estremi del reato previsto dall'articolo 328 del Codice penale (Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione), con le necessarie conseguenze per il responsabile (probabilmente dirigenziale) del servizio suddetto.

Prossimamente parleremo dei premi di produttività dell'amministrazione pubblica (in molti casi si tratta di un ossimoro), altro servizio che costa agli Italiani  parecchi caffè al peperoncino piccante di Soverato.

sabato 5 settembre 2020

31 - Il referendum confermativo del 20-21 Settembre 2020

Il 20 e il 21 settembre 2020 si voterà per un referendum costituzionale sulla riduzione del 36,5% circa del numero dei parlamentari di Camera e Senato (dagli attuali 945 si ridurrebbero a 600): si vota SI' o NO e non è  necessario raggiungere alcun quorum.
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Nel precedente post n°30 abbiamo accennato ad una delle ragioni fondamentali per cui la riduzione dei parlamentari è compatibile con l'attuale assetto dello Stato italiano: in particolare, con la funzione legislativa svolta dal Parlamento, sgravato di molti oneri e lavoro dalla precedente riforma costituzionale dell'art.117 della Costituzione, che ha assegnato ai Consigli regionali molte materie da regolamentare, di competenza condivisa con il Parlamento o in esclusiva (definite queste ultime in via residuale, nel senso che dove non espressamente definita la competenza di Stato o Regioni, si intende materia assegnata alle Regioni).
Vediamo ora brevemente in numeri e grafici che cosa comporterebbe la riduzione del numero dei parlamentari, in riferimento ai dati interni e per comparazione con gli altri paesi del mondo:

1. 600 parlamentari, riferiti a circa 60.000.000 di abitanti, significherebbe all'incirca 1 parlamentare ogni 100.000 abitanti;

2. il risparmio su indennità, annessi e connessi, viene stimato da InfoData in circa 82 milioni di euro l'anno (credo autoblu escluse, altra perenne cambiale per gli Italiani, di cui ci occuperemo prossimamente);
Questo punto merita una piccola annotazione: 82 milioni di euro all'anno significano circa 230.000 euro al giorno risparmiati (basta fare 82 milioni diviso 360 giorni, anno commerciale), ossia l'equivalente di 8 stipendi medi annui di comuni mortali.
Pertanto, se le risorse risparmiate venissero impiegate per creare nuovi posti di lavoro, ogni anno se ne potrebbero creare circa 2.900 (8 posti x 360 giorni), ossia si consentirebbe ogni anno a quasi 12.000 persone in più (famiglie di 4 persone, in media), rispetto all'anno precedente, di vivere dignitosamente con il posto di lavoro assegnato ad un familiare;

3. per quanto riguarda assenze e presenze (quindi, effettivo impegno lavorativo in Parlamento), significativa la classifica di OpenParlamento di seguito riportata:
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4.  l’Italia ha il terzo Parlamento più numeroso al mondo in termini assoluti, dopo Cina e Regno Unito, come mostra chiaramente il grafico riportato (fonte: youtrend,it):
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Non credo che serva fare troppe chiacchiere: a ciascuno la libera scelta.