venerdì 29 maggio 2020

5 - LA NOSTRA COSTITUZIONE: UN'ILLUSTRE SCONOSCIUTA

Nel 1215 il sovrano inglese Giovanni Plantageneto (detto Senzaterra, John Lackland) fu costretto dall'opposizione dei baroni, suoi feudatari, a concedere un documento contenente i principi fondamentali di regolamentazione dei reciproci rapporti (Magna Charta Libertatum, ossia La Grande Carta delle Libertà).
Fu il primo esempio di documento normativo generale che limitava il potere assoluto del sovrano nei confronti dei sudditi, garantendone in parte i diritti; tra questi, importantissimo, l'habeas corpus (ossia, che l'accusa abbia sostanza), il quale eliminava l'arbitrio del giudice nei confronti di un cittadino, qualora non esistessero prove concrete del reato di cui era accusato (prima della Magna Charta, si seguivano evidentemente procedimenti sommari, anche privi di fondamento).

La Costituzione della Repubblica Italiana è molto più giovane, essendo entrata in vigore nel 1948 (01 Gennaio). Come scrive l'ex magistrato Bruno Tinti nel suo saggio La questione immorale, "la nostra Costituzione è nata da tanti errori, tanta sofferenza, tanti lutti. E' nata dal sacrificio di tanti cittadini, dall'impegno di tanti superstiti, dalla maturità di un paese finalmente diventato adulto. E' nata soprattutto come una conquista condivisa da tutti, dopo un lavoro che ha accomunato guerrieri, filosofi, politici, giuristi, che hanno collaborato senza riserve e con un obiettivo comune: fare dell'Italia un Paese prospero, pacifico, giusto".
I suoi principi garantiscono i cittadini dagli abusi del potere, e tra gli stessi poteri (o meglio, funzioni) dello Stato essi stabiliscono un equilibrio, evitando pericolosi accentramenti; accogliendo in tal modo la teoria del Montesquieu della divisione tra funzione legislativa (Parlamento), esecutiva (Governo) e giudiziaria (Magistratura).
La nostra è una costituzione estesa e rigida, in quanto non si limita ad enunciare i principi di base dello Stato repubblicano ed i diritti dei cittadini, ma entra in dettaglio nella sua strutturazione e nel suo funzionamento; così come prescrive una procedura lunga e particolare (art.138) per qualsiasi sua modifica, che deve avvenire necessariamente con legge costituzionale.

Talvolta si assiste al tentativo dei politici di turno di intaccare questo meraviglioso strumento a difesa dei cittadini contro le prepotenze; nella realtà accade spesso che molti apparati istituzionali, che operano proprio in virtù della Costituzione, ne negano i principi fondamentali, sottoponendo i cittadini ignari a continui soprusi.
La cosa diviene poi ancora più grave, se possibile, quando a negare validità ai principi costituzionali sono esperti (almeno in teoria) e professionisti del Diritto, come si potrà leggere nel personale aneddoto che racconterò nel prossimo post.

La Costituzione della Repubblica Italiana è composta da 139 articoli, suddivisi in:
  • Principi fondamentali (articoli 1-12)
  • Parte prima su diritti e sui doveri dei Cittadini (4 Titoli, articoli 13-54)
  • Parte seconda sull'ordinamento della Repubblica (6 Titoli, articoli 55-139).
Per illustrarne lo spirito con la quale fu scritta, mi piace citare brani di un discorso di Piero Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione, tenuto agli studenti di Milano nel 1955:

[...] la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da  sé.  La  Costituzione  è  un  pezzo  di  carta,  la  lascio  cadere  e  non  si  muove;  perché  si muova  bisogna  ogni  giorno  rimetterci  dentro  il  combustibile;  bisogna  metterci  dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per  questo  una  delle  offese  che  si  fanno  alla  Costituzione  è  l’indifferenza  alla  politica.[...]
E  la  politica  non  è  una  piacevole  cosa:  Però  la  libertà  è  come  l’aria.  Ci  si  accorge  di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.[...]
Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ad ogni articolo di  questa  Costituzione,  o  giovani,  voi  dovete  vedere  giovani  come  voi  caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.[...]
Se  voi  volete  andare  in  pellegrinaggio  nel  luogo  dove  è  nata  la  nostra  Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.


martedì 19 maggio 2020

4 - QUANDO DE GASPERI VOLO' IN AMERICA (ma non con l'aereo di Renzi...)

L'Italia uscì distrutta dalla seconda guerra mondiale: quasi mezzo milione di vittime, tra civili e militari (11% della popolazione), edifici e infrastrutture dilaniate da un conflitto lungo, combattuto con armi di grande potenza distruttiva, con una popolazione ridotta allo stremo dal lungo ventennio fascista prima, poi dalla guerra.
Per avere un'idea della situazione dell'epoca, consiglio di vedere il film Tutti a casa, interpretato da Alberto Sordi e Eduardo De Filippo, con la regia di Comencini e la sceneggiatura di Age&Scarpelli (altri tempi, altro cinema...); oppure di cercare su internet le fotografie di bambini dell'epoca, che hanno il volto di vecchi, quasi che le sofferenze e le privazioni di una sia pure breve vita avessero impresso nei loro volti i segni di un'intera esistenza.

Per di più, gli Alleati avevano, per loro convenienza, mantenuto in piedi le strutture burocratiche e di polizia del ventennio, fortemente colluse con il fascismo; in qualche caso, avevano addirittura salvato dalla forca personaggi come Junio Valerio Borghese, il principe nero della X MAS, che decenni dopo essere stato miracolato, ci riprovò con un golpe barzelletta contro la Repubblica Italiana.
In una situazione davvero tragica per il Pese, Stella&Rizzo, nel già citato libro La casta  (post n°1), raccontano che nel 1947 De Gasperi volò negli Stati Uniti, per cercare di ottenere gli aiuti previsti dal piano Marshall, pur essendo l'Italia paese nemico e sconfitto dalle Forze Alleate.
Per presentarsi a Washington, Attilio Piccioni prestò un cappotto a De Gasperi, suo compagno di partito, mentre una ditta regalò al nostro premier due valigie, per non far sfigurare l'Italia.

De Gasperi riuscì a ottenere gli aiuti finanziari richiesti, senza i quali forse il boom economico dei due decenni successivi non ci sarebbe stato.

Molti anni dopo, un altro premier, di ben altra formazione e statura politica, ha acquistato quello che è stato battezzato l'Air Force Renzi, per la modica cifra di 81 milioni di euro per il leasing, cui vanno aggiunti la manutenzione (31 milioni di euro), l’handling (12 milioni di euro) e l’addestramento dei piloti (quasi 4 milioni di euro), per un costo complessivo che arriverebbe intorno ai 150 milioni di euro in otto anni.
Tutto questo in un Paese che aveva (anno 2015) un deficit dell'ordine di 2.200 milardi di euro, circa il 130% del Prodotto Interno Lordo annuo.
Altri tempi, altra politica.




domenica 10 maggio 2020

3 - LE COSIDDETTE INDENNITA' PARLAMENTARI


Lo Statuto del Regno o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia (noto come Statuto Albertino, dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia), fu la costituzione adottata dal Regno di Sardegna il 4 Marzo 1848 a Torino, a seguito dei moti promossi dalle classi borghesi (soprattutto), per arginare e limitare il potere monarchico dopo la Restaurazione dell’Ancien Regime, avvenuta a seguito della sconfitta di Napoleone Bonaparte (da Wikipedia).
All'art.50, lo Statuto Albertino stabiliva che "Le funzioni di senatore e di deputato non danno luogo ad alcuna retribuzione".

Nel 1913 i deputati si assegnarono un modesto rimborso spese, confermato e adegua-to dal regime fascista nel 1925 (qualcosa tra i 600€ e i 1.000€ mensili attuali).
Nel 1947, mentre a Montecitorio era in discussione l'articolo 69 della Costituzione della Repubblica Italiana (entrata poi in vigore il 1° Gennaio 1948), articolo relativo allo stipendio dei parlamentari, il giurista, antifascista, partigiano e deputato eletto con il Partito d'azione all'Assemblea Costituente, Piero Calamandrei, tenne a precisare ai suoi colleghi della Costituente:
"Onorevoli colleghi, l'opinione pubblica non ha in questo momento molta simpatia e fiducia per i deputati. Vi è un'atmosfera di sospetto e discredito, la convinzione diffusa che molte volte l'esercizio del mandato parlamentare possa servire a mascherare il soddisfacimento di interessi personali e diventi un affare, una professione, un mestiere"
L'articolo 69 della Costituzione, venne quindi approvato e recita:
"membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge".
Il criterio è quello di garantire a tutti la possibilità di assumere la carica di parlamentare in condizioni di uguaglianza, anche sostanziale, in attuazione del disposto di cui all'art. 3 della Costituzione ("Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali").  
Per giunta, gli stessi 556 rappresentanti, che scrissero la nostra eccellente Costitu-zione, non riuscivano a portare a casa più di 1.300 euro al mese (rivalutazione al 2014).

Dopo questa doverosa e utile premessa storica, vediamo brevemente come si sono evolute negli anni le indennità dei parlamentari.
Nel 1965, con la legge approvata durante un governo di centrosinistra (premier Aldo Moro, vicepresidente il socialista Pietro Nenni), cominciò l’esplosione dei redditi dei nostri rappresentanti: lo stipendio veniva infatti agganciato a quello dei Presidenti di sezione della Corte di Cassazione (suona un po' come un ossimoro, visti i problemi con la giustizia di molti "onorevoli"), con il riconoscimento anche di un rimborso dell'ordine di 1.250€ per il soggiorno a Roma.
Negli anni '80 del secolo scorso (governo Craxi), l'indennità mensile raggiunse quota 7.000€, che diventano circa 15.000€ ai giorni nostri (più o meno dieci volte lo sti-pendio medio di un comune cittadino).
A questi bisogna aggiungere i vari benefit, che vanno dalle "spese di segreteria e rappresentanza" (leggi portaborse: circa 4.500€ al mese), all'autista, al parrucchiere per le donne etc. Per chi volesse approfondire:

Mi sa tanto che aveva ragione Calamandrei (e pure Vespasiano: Pecunia non olet)


2 - QUALCHE DOMANDA INIZIALE ...

Stamattina, avviando il pc per il controllo di routine di documenti archiviati e da riprendere in settimana, sul desktop mi è apparsa questa bellissima foto (clic con il mouse per ingrandire)



Il suggerimento in alto a destra nella foto indicava la località di Nago-Torbole, in Trentino, sul lago di Garda; la foto mi ha ispirato la prima domanda, alla quale si sono legate le altre, come i grani di un triste rosario.

  • Prima domanda: come è possibile che un Paese così bello, i cui abitanti sono stati capaci di assecondare e valorizzare tanta bellezza con insediamenti mirati, possa essere trattato come la cenerentola d'Europa?
  • Seconda domanda europea: come mai nessun politico, in merito ai fondi che vorrebbero elemosinarci i paesi del Nord Europa, ha fatto presente, con decisione, che l'Italia è un contribuente netto dell'Unione Europea, ossia versa all'Europa più di quanto riceva? Si tratterebbe, quindi, di chiedere indietro la differenza tra i soldi versati e quelli ricevuti, piuttosto che chiedere un prestito, ancorché a fondo perduto.
  • Terza domanda: come è possibile che un paese cenerentola e con le pezze al sedere può permettersi stipendi a parlamentari, ministri e corte dei miracoli al seguito, tra i più alti d'Europa?
  • Quarta domanda: come mai i suddetti bramini, in un periodo di grande difficoltà del Paese, non si sono limitati a prelevare solo 600€, somma che è stata devoluta a professionisti e lavoratori autonomi per la temporanea sopravvivenza, restituendo il resto dei loro grassi emolumenti al Paese, il quale ha faticato persino nel dotare di mascherine gli operatori in prima linea nella lotta al Covid-19 (medici, infermieri, Protezione Civile, Forze dell'Ordine etc.)?

Rinviando ai post successivi l'approfondimento di tali quesiti e la ricerca delle relative risposte, così, a sentimento, intuisco che forse una spiegazione sia insita nel contrasto tra le immagini che seguono.




venerdì 8 maggio 2020

1 - LA CASTA, 13 ANNI DOPO

Nel 2007, due giornalisti del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, pubblicarono un fondamentale e documentato libro-inchiesta su come i politici italiani sono diventati intoccabili, una sorta di veri e propri bramini.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e il nostro Paese ha visto avvicendarsi governi di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di cento-sinistra, di destra-sinistra...
Tredici anni dopo e in un periodo di ripartenza post-Covid-19 (almeno ce lo auguriamo), mi propongo su queste pagine di verificare e aggiornare la situazione catastrofica descritta ne La Casta; documentando il tutto e informando quanti come me (credo di essere, purtroppo, in affollatissima compagnia) incappano nelle maglie di un sistema spesso deviato da quelle che sono le finalità enunciate e prescritte dalla nostra Carta Costituzionale.
Come immagine iniziale, scelgo quella che ho pubblicato sulla quarta di copertina del mio romanzo Viale dei Giardini, la quale esprime, sia pure in lingua inglese, un piccolo incitamento a non abbattersi davanti alle tante nefandezze che, presumo, dovrò descrivere e raccontare:


"In ogni epoca qualcuno traccia una pista; forse altri cercheranno di seguirla"


Su questo blog cercherò di ripercorrere la strada tracciata tredici anni fa da Stella e Rizzo e, se mi riesce, spostare il punto di arrivo un po' più avanti.

In proposito, ho creato il logo dell'intestazione che simboleggia questo tentativo: la freccia in alto a sinistra indica un possibile "passaggio a Nord-Ovest" che mi sforzerò di cercare, per un cambiamento ormai improrogabile.